Title Image

SCHOOL PLANNING & DESIGN

Original ImageHover Image

Norme tecniche quadro per l'edilizia scolastica in attuazione della legge 11 gennaio 1996 n. 23. Articolato di norma e relativi allegati 2000.

Il testo è il risultato di una ricerca condotta all’interno del Dipartimento "Pierluigi Spadolini" dell'Università degli Studi di Firenze a seguito di incarico ministeriale con l'obiettivo di dare attuazione alla legge 11 gennaio 1996 n. 23 che, all'art.5, disponeva entro novanta giorni (centottanta per le Regioni e Province a statuto speciale) l'adozione di norme tecniche-quadro contenenti gli indici minimi e massimi di funzionalità urbanistica, edilizia e didattica in aggiornamento delle precedenti contenute nel DM 18.dicembre 1975. La proposta riflette una delle ipotesi di riordinamento dei cicli dell'istruzione di seguito formalizzate attraverso la cosiddetta "Riforma Berlinguer”. L’abrogazione di tale riforma attraverso la legge 28 marzo 2003, n. 53 e poi legge 4 novembre 2005, n. 230 che, nei fatti e con alcune modifiche, ripristinava le precedenti articolazioni della scuola primaria e secondaria di primo grado fece si che la presente normativa non fu mai accolta e adottata. Conseguentemente, la regolamentazione tecnica del patrimonio strutturale scolastico, salvo alcune integrazioni, è ancora dettata da requisiti e standard del 1975 pertanto non in grado di riflettere le trasformazioni delle condizioni socio economico e culturale e il mutato quadro esistenziale intervenute in trentacinque anni.
Sebbene la presente proposta di norma sconti anch’essa un’obsolescenza di circa vent'anni e non rifletta l’attuale articolazione del percorso scolastico, essa contiene elementi d’interesse che anticipavano molte delle questioni emergenti come il rinnovamento dei modelli educativi, il rapporto con il contesto, l’introduzione delle tecnologie informatiche, la questione ambientale e la sostenibilità del costruito, la sicurezza e la messa a norma del patrimonio.
Elemento di ulteriore interesse e novità è rappresentato dal suo carattere di gradualità e dalla presenza di un intero capitolo dedicato alla regolamentazione procedurale, inclusa la fase di programmazione, in raccordo all’allora vigente normativa sugli appalti pubblici che, con alcune modifiche e integrazioni, è ancora vigente nel suo implicato generale.

Original ImageHover Image

Studio di fattibilità per la riorganizzazione del sistema strutturale del servizio scolastico di Montespertoli – 2002. Brochure divulgativa. Resp. scientifico prof. Giuseppe Ridolfi

La brochure, appositamente redatta per la comunicazione del piano presso la popolazione, è una sintesi della ricerca in convenzione tra Comune di Montespertoli e il Dipartimento 'Pier Luigi Spadolini' dell’Università degli Studi di Firenze. Lo studio era finalizzato alla definizione ‘a regime’ del modello ottimizzato di organizzazione dell’edilizia scolastica del territorio comunale in una dimensione strategica di venti-venticinque anni nonché all’individuazione delle azioni necessarie per la gestione della sua fase ‘transitoria’. Si basa su un apposito studio demografico e dei trend della domanda per il periodo considerato oltre all’analisi diretta dello stato delle strutture edilizie e del servizio in essere. La fase di analisi è stata condotta in collaborazione con gli uffici comunali attraverso la costituzione di un apposito gruppo di lavoro interdisciplinare (Unità Trasversale di Progetto) allo scopo di rappresentare lo stato dei vincoli e delle volontà dei centri decisionali e amministrativi della pubblica amministrazione. L’individuazione delle scelte e la definizione del piano finale è stata svolta con il coinvolgimento diretto dei soggetti direttamente interessati previamente costituiti in ‘Comitato d’Interesse’.

Original ImageHover Image

Studio di fattibilità per la riorganizzazione del sistema strutturale del servizio scolastico del comune di Prato – 2004. PIANO DIRETTORE. Resp. scientifico prof. Giuseppe Ridolfi

Lo studio ha interessato un patrimonio edilizio di oltre 60 unità immobiliari pari a 105.759 mq, distribuito su un territorio comunale pari a 97,59 kmq e che interessava 13.630 iscritti su una popolazione di 177.643 abitanti.
Lo studio ha valutato il fabbisogno strutturale prodotto nei tre ordini di scuola del diritto (infanzia,primarie, secondaria di primo grado), i possibili posizionamenti nella rete territoriale con proposta conclusiva che rappresenta il piano di assetto decennale e la rappresentazione delle azioni da intraprendere nella loro sequenza temporale (Piano Direttore).
Lo studio e la relativa stima degli investimenti si riferivano a un arco temporale decennale con disarticolazione triennale dei relativi impegni di spesa.
La valutazione ha tenuto conto dei risultati emersi da proiezioni appositamente elaborate (domanda futura) e da indagini sullo stato di conservazione, disponibilità, funzionalità (domanda pregressa) stabilendo conseguentemente l’ammontare del fabbisogno futuro e del fabbisogno pregresso distinto per le principali tipologie d’uso presenti negli edifici scolastici. Operativamente il suo sviluppo è stato disarticolato in tre aree tematiche (scolastica, edilizia e urbanistica) a cui sono associate altrettante unità operative che hanno svolto il proprio lavoro in maniera autonoma e integrata alle restanti. Per lo sviluppo dello studio la ricerca si è avvalsa di uno strumento software appositamente progettato e sviluppato allo scopo di agevolare la gestione sistematica delle informazioni raccolte e di emettere giudizi sintetici per orientare le successive scelte e azioni decisionali di Piano.
In particolare il sistema automatico di analisi/valutazione è in grado di:
• fornire indicazioni identificative del singolo plesso quali la denominazione, la localizzazione, la
destinazione d’uso;
• supportare l’analisi “di tipo qualitativo”, circa le condizioni di sicurezza, di obsolescenza, di fruibilità, benessere e altri requisiti rilevanti per strutture ad uso scolastico;
• di condurre verifiche di tipo quantitativo, confrontando le superfici attualmente in uso con standard dimensionali opportunamente definiti;
• di svolgere il “calcolo allo stato limite” delle sue capacità ricettive in maniera da evidenziare i suoi punti di collasso all’aumentare della domanda nel tempo.
I risultati conclusivi della prima fase, raccolti ed ordinati individuano le caratteristiche di rischio, i vincoli e le opportunità presenti sia dal punto di vista urbanistico che educativo, formativo e scolastico e costituiscono la base di conoscenze per lo sviluppo della seconda ed ultima fase dello studio.
La fase conclusiva, propositiva, ha carattere negoziale. E’ stata svolta mediante incontri con i differenti rappresentanti del Comitato d’Interesse in cui il gruppo di ricerca ha svolto un ruolo di “ascolto” e di supporto tecnico-operativo per la rappresentazione delle differenti alternative facilitando la negoziazione dei diversi soggetti coinvolti mediante impiego di un board game appositamente preparato per lo scopo.

Original ImageHover Image

Un progetto strategico per il rinnovamento del patrimonio strutturale scolastico nazionale. Articolo di Giuseppe Ridolfi in Rivista dell'Istruzione n°3 2007

L’articolo si occupa di programmazione e in particolare della riorganizzazione della rete strutturale scolastica che le amministrazioni locali iniziavano ad affrontare con il varo degli Istituti Verticali.
Scaturiti da un provvedimento quasi inosservato e noto come Legge sulla Montagna (legge 97/1994 per la salvaguardia dei piccoli plessi delle comunità montatane), il modello organizzativo che questi prospettavano si rivelò presto come una grande occasione per una generale razionalizzazione dell’intero sistema.
A fronte di tale sfida l’articolo rileva l’inadeguatezza degli strumenti operativi-normativi disponibili e la necessità di mettere in campo approcci coordinati ‘a sistema’ da attuare attraverso modelli gestionali e contrattuali basati sul Value Management e il Joint Use.
Viene indicato come strumento principale di attuazione il Facilities Master Plan con cui integrare i diversi ambiti del sistema scuola, far dialogare i differenti uffici e attori coinvolti al fine di negoziare un piano di medio lungo termine da innestare sinergicamente nella programmazione finanziaria e attuativa delle amministrazioni locali.

Original ImageHover Image

Participatory design e learning environment in Costruire in Laterizio n°86, 2002, pp.50-57

L’articolo è frutto di un soggiorno-studio di tre mesi condotto nella realtà della Bay Area, roccaforte storica dei processi partecipativi di Comunità. Specificatamente l’indagine ha interessato il settore dell’edilizia scolastica dei primi cicli più strettamente legati al territorio e alla Comunità. Il rapporto è inquadrato dal documento d’indirizzo governativo statunitense diffuso nel 1998 i cui criteri guidavano la pianificazione e la progettazione incentivando la partecipazione dei soggetti più rappresentativi della Comunità. In questa direzione l’articolo ha presentato diversi strumenti e approcci progettuali desunti da incontri con referenti della ricerca universitaria, della ricerca professionale, di strutture progettuali e singoli rappresentanti della organizzazione didattica il cui fine è quello di promuovere la partecipazione alla definizione di obiettivi educativi, metodologie di apprendimento e conformazione degli spazi. Viene segnalata l’esistenza di guide pubblicate dallo Stato della California per assistere i processi di Partecipatory Design in forma di Check List per la valutazione e la scelta del sito, per la valutazione post occupativa degli edifici e altre guide destinate a svolgere azioni di autovalutazione delle scelte progettuali. La teoria è affiancata dall’illustrazione di alcune esperienze che con diverso grado hanno saputo affiancare all’attività di amministratori, pianificatori e progettisti la fattiva collaborazione di studenti, insegnanti, genitori e altri membri della Comunità. Concetto complementare e fondante degli approcci di progettazione partecipata è rappresentato dal cosidetto Learning Environment termine sotto cui si sintetizzano differenti concetti e pratiche educative riconducibili all’attivismo pedagogico e all’idea che dal contesto e da esempi reali lo studente può oggi apprendere con maggior incisività e profitto. Su tale concetto si fonda la presentazione di alcune soluzioni progettuali ove è evidente la volontà di promuovere la valorizzazione e l’integrazione con le risorse locali nonché la crescita culturale della comunità mediante la pratica e i luoghi di architettura. Si illustrano pertanto le opportunità e le possibili forme di apprendimento attuabili nelle fasi di realizzazione di un plesso scolastico, le soluzioni e i dispositivi architettonici capaci di veicolare insegnamenti o più sintenticamente, secondo uno slogan ricorrente nella letteratura, di trasformare l’edificio scolastico in un “three-dimensional text-book”

Original ImageHover Image

Progetto di un plesso scolastico a Montespertoli. Tesi di Laurea di Luca Bragagni. Relatore prof. Giuseppe Ridolfi AA. 2009-10. Università degli Studi di Firenze

Oggetto della tesi è il progetto di un plesso scolastico, costituito da una scuola primaria e da una scuola secondaria di primo grado, nel comune di Montespertoli (FI) in risposta a una condizione di sovraffollamento dovuto ai trend di crescita della popolazione e da un patrimonio edilizio obsoleto, inefficiente dal punto di vista energetico, funzionale e con critiche condizioni di sicurezza.
La ricerca propedeutica alla stesura del progetto ha studiato le condizioni al contorno, i vincoli del luogo e caratteristiche climatiche, il quadro normativo e casi studio di strutture analoghe. Lo studio preliminare ha prodotto un documento in cui sono stati sintetizzati in forma di pattern connotanti, le caratteristiche significative di una struttura scolastica e riferibili alla sostenibilità ambientale, identificazione e valorizzazione identitaria del luogo, flessibilità organizzativa, accessibilità, integrazione/condivisione con le risorse esistenti, modelli educativi informati alla comunità di apprendimento e, con particolare enfasi, ia realizzazione di un’opera architettonica che si ponga come “libro tridimensionale” capace di integrare le attività di apprendimento e rinforzare il senso di “civitas’ degli studenti.

Original ImageHover Image

Il piano come progetto comprensivo del suo processo. Articolo G. Ridolfi in TECHNE. Journal of Technology for Architecture and Environment. n° 2/2011

L’articolo espone una metodologia per la pianificazione edilizia frutto di studi e di ricerche applicate svolti dall’autore nell’arco di decenni per la riorganizzazione di reti scolastiche, atenei multipolari intercomunali, campus universitari e di parallele esperienze per la riconfigurazione di poli ospedalieri e di sistemi strutturali sanitari su aria vasta.
Il metodo ripropone il progetto aperto e il metaprogetto attualizzandone l’operabilità alla luce dei recenti paradigmi dell’agire razionale e delle opportunità offerte dall’IT e dal value management per affermare la natura progettuale del piano come progetto comprensivo del suo processo, cioè finalizzato a disegnare un percorso dinamico e interattivo, anche sconnesso, capace di far emergere, interagire e comporre il maggior numero di risorse materiali e immateriali per la costruzione di senso e consenso

Original ImageHover Image

Il progetto del verde didattico nelle scuole del diritto

Attualmente non disponibile

Original ImageHover Image

A new green school in Viareggio.

Video di sintesi del modulo didattico del prof. Giuseppe Ridolfi al corso di Environmental Design presso il Master internazionale iCAD-International Course on Architectural Design all’Università degli Studi di Firenze nell’anno accademico 2016-2017 il cui tema di progetto riguardava la progettazione di un nuovo plesso scolastico in un area edificabile indicata dal Comune di Viareggio.

Il video illustra l’approccio computazionale impiegato nel modulo didattico rivolto a valutare le possibili soluzioni in alternativa nelle fasi iniziali d’impostazione del progetto con particolare riferimento ai seguenti ambiti:
-valutazione ambientale del sito basata sui dati dell’anno meteorologico tipo allo scopo di definire le possibili strategie passive e bioclimatiche;
-simulazione energetica per la valutazione delle alternative progettuali;
-definizione dell’organizzazione funzionale interna basata su space syntax algorithms
-modellazione parametrica dell’organismo edilizio
-fabbricazione aontrollo numerico dei prototipi di studio del sistema d’involucro
-studio dell’illuminazione naturale interna basata su simulazioni dinamiche computazionali

L’insegnamento è integrato dai moduli della prof.ssa Laura Andreini per la definizione architettonica e del prof. Lorenzo Giorgi per l’assessment energetico del progetto definitivo.